giovedì 24 ottobre 2013

Festario ^_^

Che a me piaccia festeggiare si è capito??? ^_^

Era il lontano, ma mica poi tanto eh, 1977... C'erano due che si piacevano un bel po' e che avevano deciso che un giorno avrebbero avuto una figlia e chiamarla Valentina perché non c'era verso, da quando si erano conosciuti, di trascorrere un " San Valentino" insieme...sempre questi due stavano ad ascoltarsi  "E TU" di Claudio Baglioni perché il cuore scoppia, c'è da capirsi... Due che andavano in giro in 500...
lui secco secco con la barba e i baffi, lei con i capelli lunghi: fichissimi, come direbbe il mio secondogenito...due ragionieri con i piedi per terra ma la testa fra le nuvole quanto basta...
Per quei due il detto "mogli e buoi dei paesi tuoi" non aveva senso che, a loro, piaceva allora e piace anche adesso il "mescolamento multietnico" e che, nonostante le sfide campanilistiche che ogni tanto INsorgono, rimangono convinti del "crogiolo" delle persone ^_^ che altrimenti è un po' una noia^_^... Nel 1977 andavano in giro con i pantaloni a zampa e il twist lo ballavano ancora, eccome! ^_^  quei due che nel 77, poi, si fecero un bel giro a Roma nel più bel posto che c'è ... Due che 36 anni fa hanno cominciato a stare insieme sul serio e in tutto questo tempo se la son sempre vista da soli in mezzo all'Italia e mi hanno dato sempre l'impressione che, nonostante la fatica e i sacrifici, siano due che si son sempre divertiti un sacco insieme ^_^ che è poi questa la profondità !

mercoledì 16 ottobre 2013

La poesia è di chi la usa...


Preghiera per mio figlio.

Dammi un figlio, Signore,
che sia abbastanza forte
da riconoscere la sua debolezza
e abbastanza coraggioso...
da affrontare se stesso davanti alla paura.
Dagli la forza di restare in piedi,
dopo una sconfitta onorevole,
così come la forza di restare umile
e semplice dopo la vittoria.
Dammi un figlio, Signore,
in cui i desideri non rimpiazzino le azioni,
un figlio che conosca Te e sappia
conoscere se stesso.
Fa che percorra, Te ne prego,
non il sentiero dell’agiatezza
e della comodità,
ma quello dello sforzo e della sfida
nella lotta contro le difficoltà.
Insegnagli a tenersi dritto nella tempesta,
ma ad avere comprensione per coloro
che sono deboli.
Dammi un figlio che abbia un cuore puro
e un ideale elevato,
un figlio che sappia dominarsi prima
di voler dominare gli altri,
un figlio che sappia ridere
senza dimenticare come si fa a piangere,
che avanzi verso il futuro senza dimenticarsi il passato.
E dopo tutto questo Signore,
dagli, Te ne prego, il senso dell’umorismo,
così che viva con serietà, ma sappia
guardare se stesso senza mai prendersi
troppo sul serio.
Dagli l’umiltà che gli ricordi sempre
la semplicità della vera grandezza,
l’apertura di spirito della vera sapienza,
e la dolcezza della vera forza.
E allora io, suo padre, potrò mormorare.
“Non ho vissuto invano”.

(Generale Douglas MacArthur)